Thonet

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I DE BORTOLI, cento anni di impresa.

Di Davide Galli

Presidente di Confartigianato Imprese Varese


Cento anni di impresa. Cento anni di qualità e di tradizione. Cento anni di passione, convinzione e identità.

Allo scoccare del primo secolo di vita, la Narciso De Bortoli ci richiama al valore della resilienza in un’accezione che trascende la contingenza della pandemia e delle sfide che ha imposto alle imprese.

La resilienza di questa azienda ormai saldamente nelle mani della terza generazione è distribuita nel tempo, negli anni. E’ nei materiali delle sedie che ne hanno fatto la fortuna, ed è nell’anima, nella testa e nelle mani di coloro che l’hanno plasmata anno dopo anno, assecondando le esigenze del mercato e del design.

Un’impresa è tale quando esprime la resilienza combinata alla capacità, alla conoscenza e all’innovazione. Ed è su questi quattro pilastri che s’è innalzato il ponte che collega solidamente la collezione Thonet voluta dal capofamiglia De Bortoli alla sua stessa azienda, oggi affidata alle capacità dei figli Lorella e Luca.

Le sedie le si incontra visitando il laboratorio di Oggiona con Santo Stefano (VA), con il loro legno curvo, la curatissima seduta in paglia di Vienna, i tratti quasi anatomici di un legno entrato in migliaia di esemplari nelle case di estimatori cui l’azienda ha garantito un prodotto di straordinaria originalità. Oggi quel legno curvo, con i suoi toni, le sue declinazioni, le sue suggestioni, i ricordi che innesca nelle nostre menti – a mo’ di Madeleine de Proust – esce dalla ‘casa’ dove Narciso De Bortoli ha raccolto per anni un pezzo dopo l’altro di questo patrimonio di design vittoriano, e torna a svelare un’epoca – quella iniziata tra fine Ottocento e inizio Novecento – che nei fatti non è mai finita. E che a Varese trova un contesto ideale, con quel suo Liberty che da sempre è tratto distintivo delle creazioni a legno curvato.

Narciso De Bortoli ha collezionato quanto esposto nella mostra curata da C. T. pezzo dopo pezzo, scovando oggetti rari ovunque si potessero trovare. E oggi quello che vediamo è anche un tributo a quell’uomo, quell’artigiano della sedia che a suo modo ha saputo tracciare un percorso affine a quello di Thonet, utilizzando le conoscenze ereditate dal fondatore Domenico (il padre), maturandone di nuove e trasmettendo la passione per la manualità e l’innovazione ai figli, che oggi lavorano anche con corde sintetiche oltre alla tradizionale e intramontabile paglia di Vienna.

Materiali che affascinano e indicano nuove strade, nuove porte sul giardino del design che è prerogativa nostra, di noi imprenditori di piccole e medie dimensioni che superiamo la dimensione strutturale con la grandezza dell’idea, come fu per Thonet.

Da questo parallelismo alla difesa del brand, del marchio di famiglia, del simbolo. Oggi De Bortoli porta con sé 100 anni di artigianato d’autore, ma anche di sperimentazione, di innovazione, di fatica, di notti insonni e di giornate lunghe ben oltre le ore scandite dalla luce. Chissà se anche per l’ebanista Michael Thonet fu così quando, nel 1819, iniziò l’avventura del legno curvato. Curioso guardare alle coincidenze del calendario e rammentare che esattamente un anno e un secolo dopo, ovvero nel 1920, un uomo e suo figlio, bellunesi e impagliatori da sempre, aprono un sentiero che poi diventerà una strada quando Narciso, figlio del fondatore, sposa Milva, originaria di Manzano, in provincia di Udine, nel bel mezzo del ‘triangolo della sedia’. E’ tutto scritto: quel sapere cresce, si amplia, entra nelle mani di Luca e nelle competenze di Lorella De Bortoli, architetto con le sedie nel DNA. E’ questo ciò che vedo nelle trame di questa mostra: due famiglie, un genio, una passione e un ‘saper fare’ che ha attraversato le schermaglie del tempo. Cosa sarebbe oggi del fare impresa di molti di noi, e di tanta parte di questo territorio, se genitori avveduti non avessero accompagnato le proprie aziende nelle mani dei figli, avviandole al cambiamento nella continuità, all’acquisizione di nuove competenze, alla capacità di sfruttare vecchi materiali per nuove idee o di virare vecchi progetti su nuovi materiali?

Siamo una terra di resilienza, di piccola e media impresa avveduta, di precursori determinati, di uomini e donne che hanno creduto nell’imprenditorialità come uno dei valori più alti per lo sviluppo del territorio.

Thonet dà valore a una convinzione: il fare impresa quando dimostra di favorire nuovi e migliori stili diventa patrimonio collettivo e resiste all’usura del tempo. E i 100 anni della Narciso de Boritoli, celebrati proprio attraverso le sinuose e affascinanti curve Thonet, sono in tal senso una certezza: il saper fare, ma anche il saper cambiare, sono un valore che può trasformare una piccola azienda in un grande patrimonio del territorio e di chiunque potrà incrociarne le competenze e abilità.


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